Bitcoin e conflitto

Sempre più analisti nel mondo credono che il conflitto in corso tra Russia e Ucraina porterà ad un cambio drastico del sistema monetario mondiale, minando il ruolo del dollaro come riserva di valuta mondiale. Un dirigente di Credit Suisse, ha affermato che le sanzioni economiche messe in campo contro la Russia dal mondo occidentale hanno reso più attraente un sistema di transazioni finanziarie decentralizzato come Bitcoin.

“Stiamo assistendo alla nascita di un nuovo sistema monetario mondiale, incentrato sulle valute basate sulle materie prime (anziché sul debito), che probabilmente indebolirà il sistema eurodollaro e che svilupperà una grande inflazione in Occidente” ha affermato Pozsar. Secondo il dirigente, l’aumento dei prezzi delle materie prime e la discesa di valore del mercato azionario, scatenati dal conflitto in corso, potranno affermare Bitcoin come bene di rifugio che sopravvivrà a questo periodo di tensioni globali giovandone: “‘Il denaro’ non sarà mai più lo stesso e Bitcoin probabilmente trarrà vantaggio da tutto questo”.

La Cina invece, afferma Pozsar, avrà due modi per proteggere i propri interessi: vendere buoni del Tesoro o stampare renminbi per acquistare materie prime russe. Pozsar prevede che entrambi gli scenari porteranno a rendimenti obbligazionari più elevati e maggiore inflazione in Occidente.

“Quando questa crisi (e guerra) sarà finita, il dollaro USA sarà molto più debole e, al contrario, il renminbi molto più forte, sostenuto da un paniere di materie prime”, ha scritto Pozsar. “Dopo che questa guerra sarà finita, il ‘denaro’ non sarà più lo stesso e il Bitcoin probabilmente trarrà vantaggio da tutto questo.”

Il conflitto in corso potrebbe portare alla ridefinizione del sistema economico mondiale e del modo in cui vengono gestiti i rapporti finanziari tra i vari paesi del globo. Grazie alle sue uniche proprietà e ad un’adozione ormai innescata e non più arrestabile, Bitcoin potrà emergere come alternativa al sistema economico attuale, salvaguardando le persone dall’inflazione galoppante e permettendo ai paesi di regolare le transazioni transfrontaliere con uno strumento libero e apolitico.

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