L’Europa scommette sull’informazione
L’Europa intende scommettere sull’innovazione per diventarne il fulcro per i decenni a venire. Non solo dichiarazioni di circostanza: il tutto è messo nero su bianco all’interno della nuova agenda europea per l’innovazione, vero e proprio manifesto programmatico del futuro prossimo.
Ecco un interessante passaggio:
“Dobbiamo promuovere i nostri ecosistemi dell’innovazione per sviluppare tecnologie antropocentriche. La nuova agenda si basa sul notevole lavoro già svolto negli ultimi anni sull’innovazione e ci aiuterà ad accelerare le transizioni digitale e verde. L’agenda si fonda sulle sfere digitale, fisica e biologica e ci consentirà di affrontare meglio grandi criticità come il superamento della dipendenza dai combustibili fossili o la garanzia dell’approvvigionamento alimentare sicuro e sostenibile.”
L’agenda, promulgata in sede europea, vede anzitutto l’accordo su alcune finalità centrali:
• migliorare l’accesso ai finanziamenti per le start-up europee, ad esempio mobilitando fonti di capitale privato non sfruttati;
• migliorare le condizioni in cui gli innovatori possono sperimentare nuove idee in spazi di sperimentazione normativa;
• contribuire alla creazione di “valli regionali dell’innovazione”, che rafforzeranno e collegheranno meglio gli attori dell’innovazione in tutta Europa, anche nelle regioni in ritardo di sviluppo;
• attrarre e trattenere talenti in Europa, ad esempio attraverso la formazione di 1 milione di talenti nell’innovazione ad elevatissimo contenuto tecnologico, sostenendo maggiormente le donne innovatrici e innovando con stock option per i dipendenti delle start-up;
Accelerando l’innovazione in tutta l’UE si aiuteranno gli Stati membri a destinare almeno 10 miliardi di € a progetti interregionali concreti di innovazione, anche per quanto riguarda l’innovazione ad elevatissimo contenuto tecnologico.
Insomma, almeno sulla carta l’UE sembra andare nella direzione giusta. I finanziamenti che intende stanziare sono di tutto rispetto. L’aspetto che un po’ mi preoccupa è che questi sforzi non siano poi omogenei verso tutti gli Stati membri. Infatti, è fondamentale proprio adesso, assicurarsi che l’Europa non viaggi a diverse velocità, per quanto riguarda il campo delle tecnologie informatiche.
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