Ultimamente si parla sempre più del bitcoin soprattutto in termini di consumi per crearlo. Devi sapere, in breve, che per produrre bitcoin (si dice minarlo) è necessaria una potenza di calcolo molto elevata. Infatti, per aggiudicarsi un bitcoin nuovo di zecca deve essere risolto un problema matematico molto complesso. Pertanto, più un calcolatore è potente, più sono le probabilità che risolva lui stesso il problema. Guadagnare dei bitcoin in questo modo, fa gola a molti, per cui nel tempo sono nate delle vere e proprie mining farm. Immaginale come dei capannoni sterminati, con migliaia di computer potentissimi che lavorano fra loro con un unico scopo: risolvere questi problemi matematici complessi al fine di aggiudicarsi bitcoin. Teoricamente anche noi potremmo usare il nostro pc per ‘minare’, ma non avremmo alcuna possibilità di sconfiggere queste potentissime minig farm, ovviamente. Ma che costi ci sono dietro? Una mining farm ha dei costi considerevoli, tenendo in considerazione la quantità di computer da acquistare e configurare e non parliamo di certo computer ordinari. Questi, infatti, hanno a bordo delle schede grafiche di nicchia. Ma non solo, questi calcolatori consumano energia elettrica… e tanta. Vanno alimentati e vanno anche raffreddati, tipicamene con impianti ad aria o ad acqua, impianti che a loro volta consumano molta energia. Questa questione ha sollevato delle serie implicazioni geopolitiche. Infatti, le società di mining tenderanno sempre più a svilupparsi in paesi dove il prezzo dell’energia è più basso. Vengono, inoltre, preferiti degli ambienti freddi, come i paesi del nord Europa o la Russia, in cui il raffreddamento dei calcolatori è ‘aiutato’ dalle normali condizioni ambientali. Se ti interessa anche il discorso dell’inquinamento ambientare delle mining farm, ho scritto un altro articolo, puoi andarci da qui.

Non so voi ma quando sento parlare di INTELLIGENZA ARTIFICIALE (AI) mi vengono in mente i futuristici film di Kubrick e Spielberg o i libri di fantascienza di Isaac Asimov. In realtà nel 2020 non bisogna andare troppo lontano per vedere le applicazioni pratiche dell’IA, che hanno però ben poco a vedere con le storie cinematografiche.

Ma che cos’è l’IA? Si tratta di un settore dell’informatica che studia la programmazione e progettazione di sistemi hardware e software che permettono di dotare le macchine di determinate caratteristiche considerate tipicamente umane come, ad esempio, le percezioni visive, spazio-temporali e decisionali. È chiaro che il tutto si basa sulla definizione di intelligenza e qui, come puoi immaginare, si apre un mondo. È ormai assodato dalla scienza che non esiste un solo tipo di intelligenza, ma questa si declina in varie forme: spaziale, logica, verbale, artistica, ecc.

Un sistema intelligente viene realizzato cercando di ricreare una o più di queste differenti forme di intelligenza che possono essere ricondotte a particolari comportamenti riproducibili da alcune macchine. L’IA nasce negli e prospera negli anni ’60 e ha una storia affascinante che non è possibile racchiudere in un post. Ma cosa accade oggi?

Ci sono già molte applicazioni, ad esempio l’utilizzo di veicoli autoguidati ancora in fase sperimentale, ma che raggiungono gradi di sicurezza sempre più elevati soprattutto grazie all’uso di sensori e telecamere che, proprio come occhi e orecchie umane, sono in grado di percepire tutto quanto avviene durante la guida, prendere decisioni ed effettuare manovre di sicurezza. Un altro ambito è l’uso di IA come motore in tanti siti di e-commerce come Amazon e Netflix, in grado di tracciare con l’esperienza i profili di milioni di consumatori, al fine di fornire loro un’esperienza di qualità e, ovviamente, vendere più prodotti possibile. Ulteriori settori in cui l’IA viene utilizzata regolarmente sono il mercato azionario, la medicina e la robotica. L’IA è un settore che viaggia velocissimo e che ci aprirà presto, credo sia solo questione di tempo, degli scenari che ad oggi ci sembrano solo fantascienza.

Hai presente film come Terminator o 2001 Odissea nello Spazio? In cui i robot e i computer conquistano la supremazia sull’umanità e grazie all’intelligenza artificiale la rendono loro schiava?
Anche se sembrano scenari un po’ hollywoodiani, c’è chi solleva più di qualche preoccupazione.
Uno di questi è una persona molto autorevole. Mi riferisco a Elon Musk, sai di chi parlo?
Elon Musk è considerato l’imprenditore più incredibile e visionario al mondo. Ha fondato e conduce aziende di grande successo e impatto, come Tesla (auto elettriche), XSpace (viaggi nello spazio) e mille altre realtà. Tanto per completare il suo curriculum è stato decretato il secondo uomo più ricco sul pianeta (dopo Jeff Besos, proprietario di Amazon).
La cosa interessante, però, è che Elon Musk ha fondato nel 2016 un’azienda che si chiama NeuraLink, che studia l’interazione fra il cervello umano e l’intelligenza artificiale.
Di recente hanno prodotto un piccolo chip, una sorta di minuscolo oggetto hi-tech, che verrebbe impiantato nel cervello. Nessun esperimento sugli esseri umani finora, ma i test fatti sul maialino Gertrude, il suo nome, sono andati oltre le più rosee aspettative.
Per l’uomo la strada è ancora lunga e i dubbi di carattere etico e morale sono tanti.
Tu che ne pensi a riguardo?